Poggibonsi
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Dal punto di vista geologico, il territorio di Poggibonsi si è formato nel terziario recente e soprattutto nel Pliocene. I primi reperti di insediamenti umani nel territorio sono preistorici (Neolitico), i più importanti però risalgono all'epoca etrusco-romana, come testimoniano le numerose piccole necropoli sparse a breve distanza dall'attuale abitato sui colli del circondario in direzione nord, nord-est, da cui tra l'altro proviene la più ricca quantità di ceramica attica dell'intera Valdelsa. L'origine dei toponimi conserva tracce della presenza dell'uomo in epoca antica: se Talciona ci rimanda al mondo etrusco, come lo stesso Marturi (Maris, nome etrusco per Marte o Mars-Turan in etrusco la diade Marte-Venere), i nomi di Luco (lucus: bosco sacro), Megognano, Gavignano, Cedda, Cinciano, Sornano e Gaggiano sono di origine latina; stessa origine ha la rete stradale. Alla fine dell'epoca antica (età gota), risalgono le case in terra individuate negli scavi all'interno delle mura medicee sul "poggio di bonizzo", seguite dagli insediamenti in capanne dell'età longobarda e franca. Ad ogni modo il principale incremento demografico dato all'espansione dei nuclei abitati si verifica fra il X e il XII secolo quando Poggibonsi, in seguito al nuovo tracciato della Via Francigena, venne a trovarsi direttamente inserito su questa fondamentale arteria stradale.
Ed è nel X secolo che comincia lo sviluppo di Borgo di Marte, detto in seguito Marturi, poi Borgo Vecchio, oggi Poggibonsi. Svariate sono le teorie degli storici intorno all'origine dell'antico Borgo Marturi: la più certa è oggi quella etrusca, nonostante la leggenda lo voglia sorto per mano di alcuni soldati romani scampati alla disfatta di Catilina, avvenuta a Pistoia nel 62 a.C.
Attorno all'anno 1010 risale l'origine del Borgo di Camaldo, che si estendeva dalla Villa Pasquini fino alla chiesa di Santa Maria a Camaldo, incorporata poi nel Convento di San Lucchese, per giungere a comprendere forse anche alcune case coloniche che guardano Calcinaia. Saranno proprio questi due Borghi insieme alla popolazione di Talciona, Santa Agnese, Papaiano, Gavignano, San Lorenzo in Pian dei Campi e Siena, con la protezione del conte Guido Guerra a iniziare nel 1155 (o 1156), su di un colle ("poggio") di grande importanza strategica, l'edificazione della città di Poggiobonizio (nome di Bonizzo Segni, signore del luogo)..Questa superba città ghibellina, proclamata "città imperiale" da Federico II di Svevia nel 1220, che, secondo il Villani, era fra le più belle d'Italia, prosperò per soli 115 anni: infatti, essendo di ostacolo all'espansione di Firenze, dopo alterne vicende, nel mese di novembre del 1270 venne conquistata dalle armate fiorentine e napoletane, appoggiate da un forte contingente di soldati francesi e capitanate da Bertoldo Compagnoni e dal Duca di Monfort, dopodiché i fiorentini "comprarono" dai francesi il diritto alla distruzione della città. Mentre i ricchi mercanti riuscirono a fuggire nottetempo, i meno facoltosi e il popolo minuto non abbandonarono la città. I vincitori però obbligarono i vinti a scendere alle falde del poggio e ad amalgamarsi alla popolazione ancora residente nel più antico Borgo Marturi.Dopo il 1270 questa terra cessò di essere conosciuta col nome di Marturi o Borgo Vecchio ed ereditando il nome dal "Nobile Castello" adottò quello di Poggibonsi che ancora mantiene.La città trecentesca nata dall'ampliamento di Borgo Marturi aveva una cinta muraria lunga poco più di un chilometro, con 4 porte (Porta S. Maria detta delle Chiavi dopo la consegna della chiavi all'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo il 6 gennaio 1313, Porta del Poggiarello, Porta S. Jacopo detta di Sotto e Porta Ad Cornetum detta di San Lorenzo) e 26 torri. La sua struttura urbana antica è ancora oggi rintracciabile almeno nelle linee fondamentali. Con la pace di Fucecchio, del 12 luglio 1293, Poggibonsi fu annessa al territorio fiorentino anche se non mancarono occasioni di rivolta. Così nel 1313, con la discesa in Italia dell'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo, si tentò una riedificazione di Poggiobonizio (col nuovo nome Monte Imperiale) che fu interrotta a causa della morte dello stesso Imperatore, avvenuta a Buonconvento il 24 agosto 1313.
Da questa data, fino all'invasione napoleonica, Poggibonsi rimarrà sotto l'influenza di Firenze, di cui seguirà le sorti. Nonostante ciò, fin dal 1300, il Comune si era dato un proprio statuto mantenendo una certa autonomia con un capitano di parte guelfa, un Podestà, sei Governatori e un Consiglio Generale. Del 1488 è la fortezza del Poggio Imperiale, grandiosa opera militare testimone del passaggio dall'epoca delle armi bianche alla rivoluzione portata dalla polvere da sparo, con i primi bastioni della cinta muraria della città mai portata a compimento e della relativa fortezza, voluta da Lorenzo il Magnifico e costruita coi nascenti criteri della fortificazione alla moderna su disegno e sotto la direzione di Giuliano ed Antonio da Sangallo. Questa non fu mai portata a termine in seguito alla definitiva sottomissione di Siena a Firenze e alla conseguente perdita de facto del valore strategico-militare della città di Poggibonsi.Con la dominazione spagnola del '600 e il regno dei Lorena del secolo successivo iniziarono le prime forme di industrializzazione; l'occupazione francese dell'800 ispirò in qualche modo una parvenza di idea rivoluzionaria che contribuì all'unificazione politica dell'Italia portando alla città un lieve benessere economico con Firenze capitale.È comunque il '900 che ha portato ad un significativo cambiamento alla città di Poggibonsi, dapprima con la nascita di un'intensa attività commerciale (basata sui vini Chianti) e con il consolidamento di svariate industrie; e poi con una completa ricostruzione urbanistica e strutturale che ha restituito un volto nuovo alla città dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale che seminarono distruzione e morte, tanto da far conferire alla città la medaglia di bronzo al valor civile dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, il 26 luglio 1961.